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Puglianello, castello
Grazie ad una lapide ritrovata nei pressi del Volturno e  citata da Mommsen sappiamo che l'area di Puglianello fu abitata già in età romana.
Le fonti tacciono fino ad un documento dell'anno 800 in cui è nominato un casale posto nelle vicinanze; negli anni successivi le citazioni si infittiscono (841, 856, forse anche per la vicinanza al grande centro di Telese.
La persistenza ancora nel XIX secolo di molte edicole campestri induce ad ipotizzare che nel territorio gli insediamenti umani fossero piccoli e diffusi. Tra tutti si ricorda l'importante sito del castrum Marafi, abitato ancora nel 1500 che, però, nella cartografia di Rizzi Zannoni (dal 1789) ed ancora nella prima metà del 1800 era riportato come “Torre Malfi”, con lo stesso nome del vicino torrente (invece di Marafi).
Il borgo di Puglianello era in suffeudo già intorno al 1150: infatti, nel Catalogus Baronum risulta dato (con l'obbligo di un solo milite) a Johannes Garardus Camerarius, valvassore di Nicolaus Frascenellus, a sua volta vassallo di Roberto dei Sanseverino di Lauro, conte di Caserta e titolare del feudo.
Probabilmente la crisi sismica che nel 1349 distrusse la Telese normanna, da un lato, e la fine del potere feudale della vicina abbazia del Salvatore (dai primi del XV affidata in commenda) causarono l'accrescimento del centro urbano attuale. Nel 1460 Puglianello appartenne a Giovanni da Celano. La successione dei feudatari successivi è ancora da ricostruire con chiarezza nella esatta occorrenza dei tempi e dei nomi a causa della discordanza delle fonti. Aldimari (1681) afferma che pervenne a Sergio Monforte conte di Ruvo per dote matrimoniale della moglie Giovanna da Celano (ma Kalefati parla di Nicola Monforte nel 1778).
De Lellis (1654) afferma che, tolto nel 1464 a Giovanni da Celano per delitto di fellonia pervenne ad Onorato Caetani. Il passaggio ai De Capua riportato dal Giustiniani (1797-1804) potrebbe essere frutto di una confusione con altri feudi omonimi del Regno: Giulio Cesare di Capua, principe di Conca, ereditò il feudo ma, con tanti altri territori, dovè procedere a disfarsene a causa dei debiti la gran parte dei feudi accumulati dal padre. Probabilmente fu acquistato intorno al 1616 dai Paolella. Fu decimato nella popolazione durante la peste del 1656 tanto che il vescovo di Telese Moja nel 1667 decretò la soppressione della parrocchia, che non ebbe esito per le proteste del barone.
Per il matrimonio di Emilia, ultima erede dei Paolella, pervenne a Francesco Rinaldo, membro dell'importante famiglia capuana, e padre nel 1712, del celebre letterato e storico Ottavio nato proprio nel castello di Puglianello. Forse già alla morte di Ottavio nel 1773 e comunque prima del 1782, i Martino de Carlos di Capua detennero il titolo baronale, fino alla devoluzione della feudalità (1806).
Nel seguito aggiorno la scheda da me pubblicata nel 2008 e ripresa in più punti dal testo di F. Creta apposto davanti al castello nel 2015.
Allo stato attuale degli studi, è impossibile riconoscere con certezza le strutture più antiche del XV secolo negli edifici che oggi costituiscono il castello. Il che potrebbe essere giustificato dalla pressoché totale ricostruzione avvenuta forse in seguito al terremoto matesino del 1456. L'impianto attuale è tipicamente rinascimentale: pianta quasi quadrata a corte chiusa, con quattro torri angolari a pianta circolare.     
Proprio il fronte verso Alife e Marafi (NO) conserva interessanti indizi di una primitiva costruzione medievale: la bassa torre rettangolare, appena sporgente dalla cortina, è difesa da cannoniere e feritoie e mostra una struttura muraria ben organizzata (cantonali in tufo perfettamente squadrati).
Ciò induce ad ipotizzare che l'accesso originario fosse su questo lato, in corrispondenza del rafforzamento della cortina costituito dalle due torri di nord-est e di sud-ovest che hanno un diametro maggiore in pianta. D'altra parte, la principale via di comunicazione del territorio nel corso dei secoli (ed almeno dall'età romana) procedeva da Venafro per Alife ed, attraverso Telese, verso Benevento lambendo il castello prima di risalire verso San Salvatore – Telese.
Solo la torre di nord, la più grande e meglio conservata, mostra perfettamente la base troncoconica e l'alzato cilindrico, con il redondone in tufo a separazione delle due parti, tracce di saettiere e di archibugiere. Le basi delle altre torri sembrano modificate per ottenerne la attuale forma cilindrica.
Le pareti delle cortine verticali mostrano, in qualche caso, anch'esse una base scarpata, ben conservata solo sui fronti verso NO e SE; su questo lato dei doccioni in pietra potrebbero essere residui di costruzioni precedenti. La cortina di NO probabilmente fu rialzata ed adattata a palazzo baronale già nel XVIII secolo, epoca cui potrebbe datarsi la scala di accesso al piano superiore.
La facciata ed i corpi di fabbrica di NE e di SE sembrano esito della trasformazione in villa rustica avvenuta a partire dagli anni 1870. I lavori di fine Ottocento condussero al probabile ribaltamento dell'ingresso originario, realizzando il portone attuale e il lungo androne voltato di accesso al cortile. Il cortile fu molto ridotto in superficie per la realizzazione dei vasti vani voltati verso NE e SU che hanno pesantemente alterato la volumetria della struttura.  (Pietro Di Lorenzo)
   
   
Sant'Agata di Puglia, castello federiciano [Pietro Di Lorenzo]
 Si ritiene che sul sito sorgesse il tempio di Artemisiusm sostituito dal culto cristiano dal 592 quando papa Gregorio Magno fece giungere le reliquie della santa catanese. Il colle, probabilmente fortificato, divenne sede di un gastaldato forse sin dal VII sec. ma documentato solo dall'886 (Paolo Diacono, Historia). In età normanna è attestata una rocca fortemente munita (Falcone beneventano) che fu presa da re Ruggero II Hauteville nel 1139. Citata nel Catalogus baronum (1150 ca) nel 1193 fu oggetto di conquista da re Tancredi. Il massimo splendore fu vissuto durante l'epoca sveva quando il castello fu nella disponibilità diretta di Federico II Hohensaufen che ebbe particolare attenzione per il sito. Ancora nella prima epoca angioina il castello fu curato. Poi, lentamente uscì di scena, tanto che non conobbe ammodernamenti difensivi rilevanti. La trasformazione in palazzo baronale avvenne forse già sotto gli Orsini (signori dal 1418) più probabilmente sotto i Loffredo che tennero il feudo dal 1576 fino all'eversione del 1807. La struttura sorge al centro di un recinto fortificato (di aspetto quattrocentesco nelle parti conservate) cui si accede mediante un arco manieristico bugnato recante lo stemma dei Loffredo. Al centro è il mastro quadrangolare in origine rafforzata da torri angolari tra pareti verticali. Alcuni spazi interni hanno conservato le strutture voltate medievali; di grande interesse la cucina forse di età rinascimentale.(P.DiLorenzo)
   
   
lezione / spettacolo "Dante e l'astronomia del suo tempo" 
Lo spettacolo, dopo un sintetico inquadramento di Dante e della sua vicenda umana nel contesto politico e culturale del tempo, prendendo spunto da passi di Dante (Convivio, Vita Nuova, Divina Commedia) ricostruisce le conoscenze astronomiche del tempo (cosa si ritenevano fossero le stelle ed i pianeti, quale fosse l’organizzazione dello spazio celeste, con quali strumenti si misuravano le posizioni degli astri e i tempi degli eventi astronomici, astrologia e astronomia, etc.). Il tutto in narrazione interamente dal vivo, sfruttando immagini, testi e musiche del tempo di Dante, anche con riferimenti alla storia del nostro territorio. Lo spettacolo è stato ideato e realizzato nel 2015 da P. Di Lorenzo e P. Smaldone.
   
   
concerto / spettacolo "Tra Nord e Sud nella musica e nella danza del Medioevo" [Cappella Vocale e Strumentale "I Musici di Corte"] in costume medievale e con strumenti copie dell'epoca
I contatti del mondo musicale del Meridione d'Italia con la civiltà sonorda del Nord dell'Europa risalgono ai primi decenni della presenza normanna, quando il regno di Sicilia si apprestava ad unificare tutti i territori della Penisola a sud di Roma. Successivamente la presenza della dinastia sveva fu l'occasione per rinsaldare i legami con l'Impero per il  tramite dei trovatori.
   
   
concerto / spettacolo: "Festa di musiche e danza per la corte" [Gruppo Vocale Strumentale e Danza Antica "Ave Gratia Plena"] in costume medievale e con strumenti copie dell'epoca
A chiusura della giornata medievale, il concerto / spettacolo proporrà una vasta selezione di brani (vocali, strumentali e di danza) tratti dai più celebri repertori dal XII sec. al XV secolo, realizzando anche la ricostruzione filologica di alcune danze.
   
   
concerto: "Sapori e bevande nella musica del Medioevo"[Gruppo Vocale Strumentale e Danza Antica "Ave Gratia Plena"] in costume antico e con strumenti copie dell'epoca
In un contesto sociale in cui la fame e la sete segnavano con crudele ineluttabilità, generazione dopo generazione, fasce vastissime della popolazione, il cibo e le bevande, in particolare il vino, entrarono con funzione diversa (sarcastica, satirica, evocativa, simbolica) nel repertorio musicale.
   
   
conferenza: "L'armatura di un cavaliere. Tra simboli sociali e protezione in battaglia" [Marco Fusco]
L’immaginario collettivo collega il Medioevo con la figura del cavaliere in armatura. L’armatura è stata per lunghi secoli il tratto distintivo dell’aristocrazia militare d’Europa, coprendo sia un ruolo di difesa che di simbolo di status sociale. Analizzando lo sviluppo dell’armamento dei cavalieri normanni, si traccerà una storia del vestiario dei guerrieri fino al XII secolo. Completerà l'intervento la ricostruzione di un momento di combattimento, realizzato dalla Compagnia della Stella.
   
   
conferenza / dimostrazione: "Bottega del pastaio" [Patrizia Vertucci]
Il cibo recita un ruolo cruciale nella vita di ogni uomo. E la pasta, cruciale per la nostra dieta, ebbe proprio nel Medioevo meridionale le sue origini.
 
   
     
laboratorio / dimostrazione: "La taverna" [Patrizia Vertucci, Laura Di Giugno]
Grazie alla ricostruzione basata sullo studio delle fonti più importanti per la cucina medievale, alcune peraltro legate proprio al territorio campano, si potranno sperimentare sapori, odori e bevande descritti dai trattati dell'epoca.
 
   
   
conferenza / dimostrazione: "Bottega dello speziale" [Laura Di Giugno]
Nel Medioevo l'eredità pratica della medicina antica (basata in gran parte sull'uso dei semplici cioè delle erbe officinali) aprì la strada ai primi esempi di teorizzazione delle conoscenze anatomiche e mediche con la nascita delle prime grandi scuole di Salerno, Montpellier, Padova. Contemporaneamente, i monasteri, pratica e teoria sulle proprietà medicamentose delle piante officinali, si tramandavano per secoli nella cura. Le spezie, prodotto di lusso, espressione di cultura e di prestigio, recitarono un ruolo cruciale anche per le cure.
    
   
conferenza / dimostrazione: "Mangiare nel Medioevo" [Laura Di Giugno, Patrizia Vertucci]
L'attività punta ad illustrare, in due fasi, le fonti più importanti per la cucina medievale, alcune peraltro legate proprio al territorio campano. Nella prima parte, si inquadreranno la preparazione ed il contenuto delle ricette  principali descritti dai trattati dell'epoca (anche presentadone le caratteristiche nutritive, la fortuna nella società dell'epoca e la diffusione sociale). Si presenterà anche la descrizione di bevande, le proprietà nutritive e salutari del bere nel Medioevo, sempre confrontando la tra tradizione dei ricchi e potenti sovrani e le necessità dei poveri. Nella seconda parte, i partecipanti assaggeranno una pietanza tipica, il "bianco mangiare" e una celebre bevanda (mulsum).
   
   
conferenza / dimostrazione: "La bottega del pittore" [Gerardo Del Prete]
Materiali, tecniche, lavorazioni e strumenti che caratterizzavano la pittura nel Medioevo, al tempo di Celestino V: quali colori e come erano realizzati, quali supporti erano usati, etc.
   
   

conferenza / dimostrazione: "Misura degli astri, misura del cuore: Astronomia / Astrologia" [Pietro Di Lorenzo]
Ancora oggi è frequente trovare qualcuno che confonda astronomia e astrologia: la scienza dell'osservazione dei corpi celesti e l'insieme di pratiche divinatorie che presumono di trarre auspici dai fenomeni celesti al fine di guidare corpo, mente e cuore. Nel Medioevo le due discipline erano identificate. Figura esemplare di astrologo/astronomo fu Michele Scoto, uomo che godè della fiducia e del favore dell'imperatore Federico II. La conferenza / dimostrazione illustra alcuni semplici metodi per osservare il cielo notturno, ne racconta le storie e gioca ad utilizzare questi elementi per creare la suggestione delle conoscenze irrazionali.

 

 

 

conferenza/dimostrazione: "Arti liberali nel Medioevo: aritmetrica, geometria, musica" [Pietro Di Lorenzo]
 Con particolare attenzione agli aspetti matematici, saranno illustrati storia e sviluppo del raggruppamento "scientifico" delle arti liberali (in cosiddetto quadrivium) e le strette relazioni filosofiche tra le discipline in esso riunite.
   
   

 

 

laboratorio / dimostrazione: "Regole e disciplina nella danza medievale" [Pietro Di Lorenzo]
Il laboratorio introduce alla danza medievale cortigiana mediante la presentazione, in sintesi, degli aspetti teorici e pratici così come sono ricavati dai trattati dell'epoca. In essi si evidenzia il ruolo delle regole e la necessità di disciplinare e addestrare il perfetto cortigiano anche al movimento armonioso del corpo (e della mente) attraverso la musica e la danza.   
   


 

laboratorio: "Giochi di taverna" [Raffaele Bove]
La dimostrazione pratica propone alcuni dei giochi da tavolo (quelli meno intellettuali, quali i dadi) testimoniati nel Medioevo, illustrandone le regole ed invitando i partecipanti a riscoprirne la prassi.
   

 

Il programma di Medievalia è parte di

 Il Trionfo del Tempo e del Disinganno

musica medievale, rinascimentale e barocca

XXIV edizione 11 Giugno - 30 Luglio 2017

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